Vai direttamente ai contenuti
Casa Clarita

Casa Clarita

È arrivata Botanika, la nuova capsule collection disegnata da Enrica Mannari per Amuletika.

Una collezione di amuleti che non smettono mai di fiorire, un vero e proprio giardino da indossare che ci porta in viaggio dentro la poesia della natura.

Per presentarvela abbiamo scelto Chiara, che con il suo stile unico ha saputo interpretare perfettamente lo spirito di questa nuova linea.


Nome:
 Chiara

Soprannome: ne ho troppi, ma quello che adesso mi rappresenta di più è “Casa”.

C’è un aneddoto particolarmente divertente dietro a questo! Il mio negozio si chiama “CASA CLARITA”. Un giorno ricevo una telefonata del solito call center. Risponde una donna gentilissima dal chiaro accento orientale che mi chiede: “Pronto signora Casa? Lei è la signora Casa?” Pensava mi chiamassi “Casa” di nome e “Clarita” di cognome. E così adesso per tutti  sono la “Signora Casa”.

Professione: Commerciante.

Segno zodiacale: Ariete ascendente cancro.

Drink preferito: ne ho avuti tanti (povera me!), uno per ogni fase della mia vita. Adesso direi Gin Tonic.

Dicono di te: chi non mi conosce bene mi dice subito “Quanti tatuaggi!”, chi mi conosce superficialmente dice “Che bella persona!” e chi invece mi conosce bene dice che sono matta.

La cosa più divertente che hai fatto: faccio continuamente gaffes, ma ne faccio talmente tante che non posso ricordarle, sono una mitraglietta. Un altro dei miei soprannomi infatti è “Screech Powers”, come il maldestro personaggio della serie TV “Bayside School”.

Prima del lancio di Botanika, il sito di Amuletika è rimasto offline per una ventina di giorni. Così abbiamo chiesto a chi ci segue, di avere pazienza e di aspettarci con il batticuore, un po’ come si aspetta un amore o qualcosa di bello, che ci fa stare bene. La natura stessa ci insegna che ogni cosa ha il suo tempo, la propria stagione.
Tu che rapporto hai con l’attesa? Quali sono per te le cose per cui vale la pena aspettare, in un mondo che va sempre di fretta e in cui nessuno vuole più aspettare nulla?

Per me l’attesa è tutto, è il vero fulcro di ogni cosa. Pensiamo al corteggiamento in amore, che per me dovrebbe durare un sacco, e nella vita: l’attesa di Babbo Natale, dei regali di compleanno, dei 18 anni, la gravidanza, i preparativi per il matrimonio, e così via.
Tutti i miei progetti si basano sull’eccitazione legata all’immaginazione di ciò che vorrei realizzare, ai preparativi che ne seguono e all’aspettativa che si crea. L’attesa è secondo me l’unica cosa veramente tangibile, poiché le aspettative vengono quasi sempre disattese, a volte in meglio o più spesso in peggio, e comunque niente è mai come ce lo saremmo aspettate. Per questo credo che vivere intensamente l’attesa equivalga a vivere il presente, a essere presenti.

Botanika è nata con l’idea di avere un giardino da indossare, un modo per sentire la primavera sempre addosso, per connettersi con la magia della natura. Anche tu, con il tuo lavoro, vesti le donne: come vedi le donne di oggi? In cosa ti sembrano più forti e in cosa ancora troppo fragili?

Grazie al mio lavoro, ho il privilegio di vestire tante tipologie di donne. Sono naturalmente tutte meravigliosamente diverse, ma ciò che le accomuna è il fatto di cercare qualcuno che le ascolti e le “veda”.
Nessuna ha realmente bisogno di abiti: abbiamo tutte armadi straripanti di vestiti!
Credo che chi entra da me o in qualsiasi negozio, in realtà desideri di avere un momento per sé stessa, in cui sentirsi protagonista per qualche minuto del proprio tempo e delle proprie scelte.

Io e il mio staff cerchiamo di non giudicare mai, ma di valorizzare ogni donna facendole indossare ciò che la fa sentire più bella, pur restando sempre sé stessa. Quando si indossa e si compra un vestito (o un accessorio) ognuna di noi dovrebbe dire non “come sono bella” ma “come mi sento bella”. Sentirsi belle significa stare bene nei propri panni, che siano essi reali o metaforici. Credo sia questo, e solo questo, il vero elisir di bellezza.

Le donne sono esseri incredibilmente forti per natura e per nascita. Proprio per questo la società, da sempre patriarcale, tende a indebolire queste certezze, immaginando in questo modo di poter controllare e arginare il loro valore. Anche la moda è sempre stata strumentalizzata per soggiogare le donne e obbligarle a corrispondere ai desideri e agli stereotipi maschili.
Vestirsi dovrebbe tornare ad essere un atto di libertà e di espressionenon come mi vogliono gli altri ma come mi voglio io.
La scelta è sempre la sola cosa che può fare la differenza.

 

 Casa Clarita

 

Hai sicuramente un gusto unico per abiti e accessori e hai molti tatuaggi: hai voglia di raccontarci che rapporto hai con il tuo corpo e cosa significa per te vestirlo?

Da adolescente, in modo direi abbastanza conformistico, ho avuto un rapporto distorto e contrastante col mio corpo: sempre alla rincorsa degli stereotipi di bellezza che vengono imposti a noi donne dalla società e quindi di ideali impossibili da raggiungere.
Poi, a vent’anni, la mia vita è cambiata per sempre: ho perso tutti i capelli a causa di una malattia che si chiama Alopecia Areata, un disturbo molto diffuso che io ho contratto nella forma più grave e che ha innescato un meccanismo purtroppo irreversibile di totale caduta.

Non è stato per nulla facile: a vent’anni sogni solo di essere “la più carina” e di essere attraente e desiderabile. Nell’immaginario collettivo, sia maschile che femminile, i capelli hanno una rilevanza direi poco paragonabile a qualsiasi altro canone estetico (le pubblicità di prodotti per capelli superano di gran lunga quelle di qualsiasi altro cosmetico). Il trauma è stato pesante da elaborare, ma non ho avuto scelta.

Da quel momento, è iniziato un lungo e meraviglioso percorso di ricerca e di autoanalisi che mi hanno portata dove sono ora, ribaltando molti dei luoghi comuni legati alla bellezza. Ho trovato le mie soluzioni dopo averle provate un po’ tutte: dalle parrucche, che non ho mai sopportato, ai foulard, ai copricapi. Poi ho capito che volevo essere libera e non più schiava di “protesi” e ho optato per un tatuaggio effetto camouflage che mi facesse sembrare rasata. Così ho fatto e devo dire che tutt’ora la trovo la soluzione migliore che potessi scegliere per me. 

Questo evento ha stabilito priorità assai diverse da quelle che hanno le altre donne e che io stessa avrei probabilmente avuto se non fossi stata obbligata, mio malgrado, ad un’elaborazione. Oggi per me la bellezza è un insieme di tanti fattori: personalità in primis, poi esaltazione dei difetti che ognuna ha e, infine, un corretto rapporto col proprio corpo, che significa ascoltarsi e rispettarsi.
Mi piaccio molto più oggi a 48 anni che a 30, per esempio. Ma con l’età e l’esperienza è facile, se hai lavorato un po’ su di te, perché puoi abbandonare tanti stereotipi e fregartene di quello che pensano gli altri.

Gli abiti per me rappresentano allo stesso tempo una modalità espressiva e una corazza, un po’ come per i super eroi/eroine che possono potenziare sé stessi a seconda che indossino un mantello o degli abiti comuni. Vestirsi dovrebbe essere un gioco: un abito non deve mai e in nessun caso condizionare o prevalere la nostra personalità ma, al contrario, valorizzarla e farci sentire più sicure in mezzo al mondo e alle svariate situazioni in cui ci veniamo a trovare.
Gli abiti sono, a mio avviso, degli strumenti divertenti e simpatici che ci possono aiutare ad esprimere meglio noi stesse, comunicando dei messaggi con e per noi.

Per definizione, un amuleto è un oggetto dai poteri magici capace di proteggere chi lo indossa? Tu ne hai uno, reale o simbolico?

I miei amuleti me li sono addirittura tatuati addosso. Quindi direi che hanno una “discreta” importanza! Tuttavia, non sono gli amuleti in quanto oggetti o simboli ad essere importanti, ma piuttosto ciò che essi rappresentano per noi e il significato che gli diamo. Per qualcuno può essere un cornetto rosso, per qualcun’altro un pupazzo o un amuleto. Non importa cosa, ma il valore che noi gli diamo. E soprattutto la storia che essi celano al loro interno.

Siccome parliamo di natura e di amuleti che non smettono mai di fiorire, raccontaci: che cos’è o chi è che ha il potere di farti “fiorire”?

Anche in questo caso, a costo di sembrare autoreferenziale, ho capito che solo io ho questo potere. Tutto ciò che mi serve per stare bene con me stessa e per rendermi se non sempre felice almeno serena, sta tutto nelle mie “mani”.
Il mio giardino sono io e, col tempo, sto imparando a prendermene cura sempre meglio, concimando i miei sogni, tagliando o potando i rami secchi e innaffiando i miei sentimenti con più amore possibile.

Botanika


Qual è il tuo amuleto preferito di questa nuova collezione Botanika? 

Nel palmo della mia mano sinistra ho tatuata una farfalla. L’ho scelta come amuleto perché un giorno ho visto un documentario in cui descrivevano un tipo di farfalla che, in gruppo, riesce a percorrere più di 5000 km in volo, volando per mesi e attraversando mille avversità, solo per raggiungere il luogo più idoneo per procreare e far crescere i propri piccoli. Dopo aver deposto le larve, possono morire. Mi aveva impressionato la determinazione e la forza che un esserino apparentemente così delicato e fragile riesce ad avere per poter sopravvivere e favorire la vita.
Quindi sceglierei la farfalla. Inoltre la farfalla è simbolo di metamorfosi e cambiamento: da larva a meravigliosa creatura, da semplice “abbozzo” a espressione di pienezza e bellezza.

Perché consiglieresti Amuletika?

La prima risposta, e anche la più vera per me, è che conosco Giuditta e l’amore che mette in ogni cosa che fa: indossare una creazione Amuletika significa attingere a un po’ della sua incredibile e meravigliosa forza interiore e bellezza.

Per rispondere in modo più formale, ma pur sempre sincero, la consiglierei perché si tratta di oggetti dietro ai quali si percepisce una ricerca accurata e una estrema professionalità e che valgono al di là del loro valore oggettivo e commerciale.

Botanika è online, scopri la collezione completa nel nostro shop!

Carrello 0

Il carrello è vuoto.

Inizia a fare acquisti