Da mettere al collo, da stringere forte, recitare ad alta voce o sussurrare: sono le nostre piastrine, la collezione di amuleti disegnata da Enrica Mannari, da oggi di nuovo disponibile online!
Realizzata in zama con finitura argento opaco, ogni piastrina porta con sé un mantra amuletiko, una frase motivazionale pensata per te.
L’intervista alla testimonial dei nostri amuleti
La testimonial d’eccezione per i nostri amuleti stavolta è Francesca Sutti, insegnante di yoga che si definisce una “regista da oscar di film mentali” e ama fare le cose che non le vengono bene.
Francesca ci regala anche il suo personale mantra, “Aham,” per un nuovo amuleto che si aggiungerà alla collezione.
Per sapere cosa significa e conoscerla meglio, non ti resta che leggere la nostra intervista!
L’identikit di Francesca
Nome: Francesca
Professione: facilitatrice yoga
Segno zodiacale: ariete
Drink preferito: gin tonic
Dicono di te: che mi appassiono
La cosa più divertente che hai fatto: recentemente, il corso di apnea e il teacher training di hula hoop, e in generale tutte le cose che non mi vengono bene.
Embodied Flow
Sei insegnante certificata di “Embodied Flow”, di cosa si tratta e cosa si fa in una tua lezione?
Embodied Flow è una scuola di yoga e movimento, creata da Tara Judelle e Scott Lyons, che fonde varie pratiche, come hatha yoga (quello dove si fanno le posture), meditazione, movimento somatico, filosofia tantrica e psicologia transpersonale, e che si prefigge di creare continuità tra movimento e meditazione, portando il praticante in uno stato di flow, stimolando un senso di autodeterminazione, connessione, forza e libertà.
In una lezione si esplora il corpo-mente attraverso movimento e respiro, ci si fanno delle domande, si praticano le posture yoga (o anche no), si fa del movimento libero (o anche no), a volte si medita seduti, ci si prende il tempo per integrare l’esplorazione.
Consigli di vita e pillole di saggezza di Francesca
Una cosa che dici ai tuoi allievi è “usa la testa come un arto”. In che senso?
È un suggerimento che dò spesso, perché quasi tutti siamo molto nella testa e poco nel corpo, c’è una specie di cesura a livello del collo, siamo più bravi a pensare il corpo o a vederlo da fuori, a farci dei film mentali, invece che a sentirci davvero nei nostri chili umani.
Nella nostra natura fluida e pulsante (che poi è il significato di “embodied”), questo si rispecchia anche in teste ciondolanti nelle posture, pesanti, disconnesse dal resto del corpo, dalla terra e dallo spazio circostante… poi chissà come mai ci viene la cervicale…
Avere una profonda consapevolezza del proprio corpo e dei propri movimenti, essere sempre presenti a sé stessi, a me (e forse a chi come me non ha mai praticato yoga) suona davvero come un super potere, una cosa molto difficile da fare.
Come traduci quello che fai e questa consapevolezza nella vita di tutti i giorni?
Sono una persona molto cerebrale in realtà, regista da oscar di film mentali, da buona ariete, ma amo fare le cose che non mi vengono bene.
Ho sperimentato, grazie alla pratica e ai favolosi insegnanti incontrati durante il cammino, che tornare al corpo e alla sua vulnerabile, pulsante, creativa natura è una vera medicina contro il sentirsi separati e mancanti di qualcosa. Il tantra non duale dice: quello che è qui è ovunque, quello che non è qui non è in nessun luogo. Hai tutto, sei tutto, prova a sentirlo.
Nel corpo c’è l’intero universo, ma non è un concetto che si possa capire con la mente razionale e analitica, senza banalizzarlo. Si tratta di dare spazio ad altre facoltà, di affinare il sentire.
Nella mia vita di tutti i giorni mi alleno sentendo dove le mie emozioni si muovono nel corpo, come posso farne un carburante, usarle in modo evolutivo, trasformare, sapendo che la mia esperienza umana dipende da me, la plasmo io.
Superare gli stereotipi
Sul tuo sito web hai scritto: “In questa scuola della Terra, sono qui per imparare. Conoscere, non solo a livello intellettuale, ma viaggiare in profondità sia dentro l’esperienza, sia attraverso la percezione del mondo, per scoprire chi sono davvero. Oltre le immagini condizionate di me e gli abituali schemi di movimento e di pensiero. Questo studio mi appassiona.”
Se penso alle “immagini condizionate di me”, in quanto donna non possono non venirmi in mente tutti gli stereotipi, i canoni estetici e morali, insomma tutti gli schemi in cui spesso siamo imprigionate dalla società e tutte le insicurezze che purtroppo ne derivano.
Tu hai imparato a superarle e a liberartene?
Penso che questa scuola non finisca mai. Per fortuna, sennò che noia!
A proposito di stereotipi, c’è quello dell’insegnante di yoga come persona calma o saggia, in qualche modo “arrivata” a una consapevolezza. E in parte sì, togli un po’ di strati, ci vedi meglio, ma più nodi sciogli, più se ne presentano. E io non riesco a non eccitarmi all’idea di quanto lavoro ho ancora da fare.
Su di me, che sono nata molto lunga e molto sottile, gli stereotipi estetici sono stati faticosi. A volte molto faticosi, da parte degli altri e di me stessa. Non mi dilungo su questo, ma vorrei vivere in un mondo dove nessuno si permette di dire niente sul corpo altrui, perché il corpo, i corpi (nello yoga ne abbiamo tanti) sono portatori di vastità, storie, ferite, desideri, paure… Come fai a liquidarli con un “sei troppo magra”?
Una cosa che mi commuove davvero è accorgermi quando le persone a lezione smettono di essere manipolatorie col proprio corpo, a spintonarlo di qua e di là e iniziano a lasciare emergere dall’interno la propria verità, il proprio modo di essere e muovere. Sono tutti bellissimi, ridono quando glielo dico, ma lo penso davvero. Siamo tutti bellissimi, quando siamo veri, quando ci permettiamo di esserlo.
I mantra di Francesca
Ti abbiamo scelta per rappresentare la nostra collezione di piastrine, sui cui sono incisi quelli che consideriamo un po’ i mantra di Amuletika.
Sappiamo che il tuo mantra è “Aham”: che cosa significa?
Ho scelto Aham perché vuol dire “io sono”, senza attributi. Non sono questo o quello, la fidanzata di qualcuno, la mamma, la figlia, donna o uomo. In parte, a un livello superficiale lo sono, ma ad un livello più profondo sono parte del grande oceano del Sé che è cosciente, libero e sa di buono.
Non è qualcosa che si possa capire, o spiegare a parole, è un’intuizione profonda. Ripetere questo mantra è far vibrare questa identità, un invito ad arrivare ad averne la chiara percezione.
Mi piace perché suona anche come A-haaaa, quella cosa che diciamo anche nella vita quotidiana, quando abbiamo una rivelazione.
Sappiamo anche che sei una vera regina dell’hula-hoop! La cosa che stupisce di questa pratica è che ti riesce improvvisamente proprio quando smetti di sforzarti troppo. Secondo te funziona anche nella vita? Ti è capito che sforzarti in qualcosa fosse un ostacolo nel riuscirci?
Ho un rapporto controverso con la parola “sforzo”. Sono una fan dell’ardore e dell’impegno.
Si dice che lo yoga inizi, dove finisce lo sforzo. Lo condivido, ma poi mi chiedo sempre “e invece dove si inizia ad essere delle pappemolle”?
A parte gli scherzi, una cosa che adoro di Embodied Flow è che ti viene chiesto di continuare a farti delle domande, a tenere aperte delle conversazioni, senza metterci un punto e scolpire sul marmo le cose che credi di sapere.
Forse la parola sforzo indica per me qualcosa che ti porta fuori dal tuo centro, dal tuo asse, chiamalo come vuoi, da dove sei tu, insomma. Ti spari fuori di te, testa in avanti, e no, di solito non ottieni nulla, se non fatica.
Mi è capitato spesso, nelle relazioni con le persone. Quando mi trovo nel mio cuore, inteso come sono presente a me stessa, ampia, anche lo scontro più sfidante diventa un incontro, c’è reciprocità, contatto, evoluzione (ovviamente si è in due…). Se invece ti sforzi solo di avere ragione, ad esempio, non ascolti, la relazione non sta su, tutto cade. Esattamente come con l’hula hoop.
Viene da pensare che una donna come te sappia perfettamente come difendersi e allontanare la negatività e che dunque non abbia alcun bisogno di amuleti. È così? Oppure hai anche tu un portafortuna, un oggetto che ti piace tenere con te, un luogo, una persona o qualunque cosa che ti fa sentire protetta?
Adoro gli amuleti, gli oggetti che mi ricordano i poteri che ho, che sono dei catalizzatori di energie. Ne ho molti.
Dalla coperta tutta storta e colorata, sferruzzata cinquant’anni fa dalla mia bisnonna, che era una vera punk, a certi regali dei miei allievi, che si vede che hanno capito meglio di me quello che insegno, come ad esempio un piccolo gioco-labirinto dal quale si può uscire solo se si ascolta molto bene, infine ai miei due gatti, che per me sono come i dragoni di Khaleesi in Game of Thrones, oltre che i guardiani dei regni sottili.
Qual è la tua piastrina preferita di questa collezione?
Tra i vari amuleti “Innamorati di te e poi di tutto il resto” mi piace tanto, una perfetta sintesi, andare verso il centro, per incontrare il mondo da lì. Poi fa l’hula hoop, gioca, crea e con la corona si ricorda del proprio valore.
Perché consiglieresti Amuletika?
Lo consiglio perché si sente che c’è della vera ispirazione dietro, un desiderio tangibile di propagare bellezza. Perché se incontri Giuditta e vedi la grazia e la delicatezza con le quali si muove nel mondo, non puoi che pensare che gli amuleti creati da lei emanino quelle stesse qualità.
E ora lasciati ispirare dalla nostra collezione di amuleti piastrine mantra e trova il gioiello di Amuletika che fa per te!